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2011/12:
RITIRO DI QUARESIMA
2012 |
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VIA CRUCIS 2012
I GIOVANI FRANCESCANI RIEVOCANO
L'ULTIMA CENA |
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Venuta la sera, egli giunse con i Dodici.Ora
mentre mangiavano, Gesù disse:<< In verità
vi dico, uno di voi, colui che mangia con
me, mi tradirà>>. ....
..... Mentre mangiavano prese il pane e,
pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo
diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il
mio corpo». Poi prese il calice e rese
grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E
disse: «Questo è il mio sangue, il sangue
dell'alleanza versato per molti. In verità
vi dico che io non berrò più del frutto
della vite fino al giorno in cui lo berrò
nuovo nel regno di Dio». |
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Gesù uscì con i suoi discepoli e andò di là
dal torrente Cèdron, dove c'era un giardino
nel quale entrò con i suoi discepoli. Anche
Giuda, il traditore, conosceva quel posto,
perché Gesù vi si ritirava spesso con i suoi
discepoli.
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Giuda dunque, preso un distaccamento di
soldati e delle guardie fornite dai sommi
sacerdoti e dai farisei, si recò là con
lanterne, torce e armi. Gesù allora,
conoscendo tutto quello che gli doveva
accadere, si fece innanzi e disse loro: «Chi
cercate?». Gli risposero: «Gesù, il Nazareno».
Disse loro Gesù: «Sono io!». Vi era là con
loro anche Giuda, il traditore.
Appena disse << sono io>>, indietreggiarono
e caddero a terra. |
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Domandò loro di
nuovo: «Chi cercate?». Risposero: «Gesù, il
Nazareno». Gesù replicò: «Vi ho detto che
sono io. Se dunque cercate me, lasciate che
questi se ne vadano». Perché s'adempisse la
parola che egli aveva detto: «Non ho
perduto nessuno di quelli che mi hai dato».
Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la
trasse fuori e colpì il servo del sommo
sacerdote e gli tagliò l'orecchio destro.
Quel servo si chiamava Malco.
Gesù allora
disse a Pietro: «Rimetti la tua spada nel
fodero; non devo forse bere il calice che il
Padre mi ha dato?». |
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Allora il distaccamento con il comandante e
le guardie dei Giudei afferrarono Gesù, lo
legarono e lo condussero prima da Anna: egli
era infatti suocero di Caifa, che era sommo
sacerdote in quell'anno. Caifa poi era
quello che aveva consigliato ai Giudei: «E'
meglio che un uomo solo muoia per il popolo». |
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... Gesù viene condotto da Pilato. |
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PRIMA STAZIONE GESU' E' CONDANNATO A MORTE
...
ma
i gran Sacerdoti e gli Anziani persuasero il
popolo di richiedere Barabba e far perire
Gesù. ... "Pilato disse loro:<< Che devo
dunque fare di Gesù, detto Cristo?>>.
Risposero tutti:<<Sia Crocifisso!.>>.
....
Quante volte giudichiamo in modo affrettato,
superficiale; quante volte giriamo il
pollice verso il basso per dichiarare
colpevogli altri, per emarginare.
... E' importante non seguire
l'atteggiamento della folla, non conformasi
alle mode nel giudicare. |
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SECONDA STAZIONE GESU' E' CARICATO DALLA
CROCE
Allora Pilato fece prenderee Gesù e lo fece
fragellare. E i soldati, intrecciarono una
corona di spine, gliela posero sul capo e
gli misero addosso un mantello di porpora;
quindi venivano davanti e gli dicevano:
salve, re dei giudei ...
Crocifiggilo,
crocifiggilo! (gridavano i sommi sacerdoti e
i soldati) ... Pilato disse loro: Prendetelo
voi e crociffiggetelo; non trovo in lui
nessuna colpa. |
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Tante sono le croci che incontriamo
nel nostro ambiente: nelle chiese,
sui sentieri di montagna, nei musei;
le apprezziamo le ammiriamo, ci
raccogliamo in preghiera davanti ad
esse. Che dire, poi, delle crociette
che ci portiamo addosso: al collo,
all'orecchio, al polso, sulle
magliette. Possono essere un ottimo
ornamento, a volte un pò
controcorrente, e tutto questo ci
piace. Ma lnessuna di queste è la
vera croce. La croce autentica,
quella che pesa davvero sulle nostre
spalle, presto o tardi ci viene a
ricordare che dobbiamo portarla e
testimoniarla, se vogliamom essere
buoni cristiani. A noi, il compito d
portarla con fede e dignità, sapendo
che essa e via di redenzione.
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TERZA STAZIONE GESU' CADE LA PRIMA VOLTA
Il Vangelo
testimonia il peso del dolore sul cuore di
Cristo, ma sottolinea anche la sua decisa
volontà di amare fino al segno estremo.
Dice san Luca:
Si allontanò da loro quasi un tiro di sasso
e inginocchiatosi pregava: Padre, se vuoi,
allontana da me questo calice! Tutta via non
sia fatta la mia, ma la tua volontà.
.....
Le cadute di Gesù ci ricordano la fragilità
umana. Gesù ha vissuto sulla sua pelle
l'essere tradito, rinnegato: vedi Giuda,
Pietro, e poi nella storia della Chiesa fino
ai nostri giorni, fino ai nostri piccoli
tradimenti quotidiani. .... |
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QUARTA STAZIONE GESU' INCONTRA SUA MADRE
Il padre e la madre di Gesù si stupivano
delle cose che si dicevano su di lui.
Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua
madre: Egli è qui per la rovina e la
risurrezione di molti in Israele: segno di
contraddizione perchè siano sverlati i
pensieri di molti cuori. E anche a te una
spada trafiggerà l'anima. Stavano presso la
croce di Gesù sua madre, la sorella di sua
madre, Maria di Cleofa e Maria di Magdala.
Gesù allora, vedendo lla madre e lì acanto
idiscepoli che egli amava,disse alla madre:
Donna, ecco tuo figlio! Poi disse al
discepolo: Ecco tua madre. |
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Sulla via del Calvario, Maria si fa incontro
a suo figlio con serenità e tenerezza. Maria
ci insegna cosi ad accettare il progetto di
Dio, anche quando non è completamente chiaro
sul piano umano e passa attraverso la
sofferenza. Oggi, con lo sguardo di Maria,
ripieni di amore e di tenerezza, avviciniamo
coloro che vivono una chiamata particolare
sulla via della croce: gli anziani, i malati,
i diversamente abili, gli immigrati, i
poveri, le persone sole. Rimaniamo vicini al
prossimo, in particolare a quelli che sono
in difficoltà, facendoli sentire amati da
noi e non abbandonati ai loro problemi. |
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QUINTA STAZIONE
SIMONE DI CIRENE PORTA LACROCE DI GESU'
Disse un giorno Gesù ai suoi discepoli: Il
Figlio dell'uomo deve soffrire molto, essere
riprovato dagli anziani, dai sommi
sacerdoti e dagli scribi, essere messo a
morte e risorgere il terzo giorno. Poi, a
tutti diceva: Se qualcuno vuol venire dietro
a me, smetta di pensare a se stesso, prenda
la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi
vorrà salvare la propria vita, la perderà;
ma chi perderà la propria vita per me, la
salverà. Che giova all’uomo guadagnare il
mondo intero, se poi si perde o rovina se
stesso? Chi si vergognerà di me e delle mie
parole, di lui si vergognerà il Figlio
dell'uomo, quando verrà nella gloria sua e
del Padre e degli angeli santi. |
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QUINTA STAZIONE SIMONE DI CIRENE PORTA LA
CROCE DI GESU'
Disse un giorno Gesù ai suoi discepoli: Il
Figlio dell'uomo deve soffrire molto, essere
riprovato dagli anziani, dai sommi
sacerdoti e dagli scribi, essere messo a
morte e risorgere il terzo giorno. Poi, a
tutti diceva: Se qualcuno vuol venire dietro
a me, smetta di pensare a se stesso, prenda
la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi
vorrà salvare la propria vita, la perderà;
ma chi perderà la propria vita per me, la
salverà. Che giova all’uomo guadagnare il
mondo intero, se poi si perde o rovina se
stesso? Chi si vergognerà di me e delle mie
parole, di lui si vergognerà il Figlio
dell'uomo, quando verrà nella gloria sua e
del Padre e degli angeli santi. |
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Ogni giorno siamo chiamati a portare gli uni
i pesi degli altri. Aiutare i fratelli a
portare la croce significa essere dei
Cirenei che aiutano Gesù amando il prossimo.
Questo è il modo migliore per mettere in
pratica il Vangelo e non cadere
nell'individualismo, oggi sempre più diffuso
e contagioso. È solidarietà accorgersi che
c'è il fratello, sperimentandone l'aiuto.
Questo ci fa capire l'importanza del
prossimo. La solidarietà ci aiuta a crescere
insieme agli al¬tri attraverso la conoscenza
e la stima reciproca. Quando si tende la
mano, con umiltà e sincerità, nascono
rapporti veri e duraturi. |
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SESTA
STAZIONE
LA VERONICA ASCIUGA
IL VOLTO DI GESU'
La Veronica ci insegna il coraggio di uscire
dalla massa per correre incontro a Gesù. È
lo slancio dell'amore che non ha paura di
niente e si ribella all'ingiustizia.
Veronica esce dalla folla e va a tergere il
volto a un innocente che presto verrà ucciso,
a una persona che ha fatto solo del bene e
sta per ricevere il massimo del male. Quante
ingiustizie ci sono nella nostra società: la
povertà e la fame, le discriminazioni
razziali o politiche, il bullismo, i
compromessi meschini ne sono un esempio
scandaloso. Il compito di noi cristiani è di
avere il coraggio di indignarci davanti alle
ingiustizie e uscire dalla mischia per
denunciarle. |
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SETTIMA STAZIONE
GESU' CADE PER LA
SECONDA VOLTA
Un'altra caduta: la superficialità.
L'immagine che può rendere l'idea
della superficialità sono gli
occhiali scuri. Essi ci proteggono,
ci mimetizzano; purtroppo, sovente,
li mettiamo anche sul cuore, per non
vedere in modo chiaro la luce di
Gesù, il volto dei fratelli, i
bisogni di coloro cha abbiamo
intorno; di conseguenza vediamo
tutto in modo superficiale, senza
farci troppo coinvolgere. In questo
modo gli atteggiamenti superficiali
ci fanno cadere in peccato, perché
non ci permettono di affrontare bene
le cose, non ci fanno appassionare
ad esse e ci mantengono distaccati.
Non afferriamo il valore della
realtà che ci circonda e ci sentiamo
smarriti, perché camminiamo al buio. |
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OTTAVA
STAZIONE
GESU' INCONTRA
LE PIE DONNE
Lo seguiva una gran folla di popolo e di
donne che si battevano il petto e facevano
lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso
le donne, disse: Figlie di Gerusalemme, non
piangete su di me, ma piangete su voi stesse
e sui vostri figli.
Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: «Beate
le sterili e i grembi che non hanno generato
e le mammelle che non hanno allattato».
Allora cominceranno a dire ai monti: «Cadete
su di noi!».
E ai colli: «Copriteci!».
Perché se trattano così il legno verde,
che avverrà del legno secco? Venivano
condotti insieme con lui anche due
malfattori, per essere giustiziati. |
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Quanti fazzoletti tiriamo fuori nel nostro
cammino: per piangere o per asciugare le
lacrime altrui; per asciugare il sudore in
momenti di particolare tensione; oppure per
arrenderci davanti a una realtà. Per non
scoraggiarci dobbiamo metterci subito in
movimento per cambiare e migliorare la
realtà che ci commuove, che ci affatica o
che ci fa soffrire. Non bisogna piangersi
addosso, perché essere cristiani vuol dire
non indugiare troppo nel sentimentalismo o
nelle condizioni che ci sono di grave peso.
Tali atteggiamenti, infatti, paralizzano la
realtà, con il rischio di non vedere alcuna
via d'uscita. I momenti di prova sono,
invece, occasioni in cui è necessario tirare
fuori tutta la nostra forza per reagire e
per superare le difficoltà. |
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NONA
STAZIONE
GESU' CADE PER LA
TERZA VOLTA
Quando cadiamo nella diffidenza non
siamo più persone libere, ma
prevenute perché abbiamo paura di
tutto. Non vediamo le persone e le
cose che ci circondano nella loro
luce vera, non vediamo la verità del
progetto di Dio, ma blocchiamo tutto
sotto i pregiudizi umani. Il grande
rischio è di non cogliere i segni
positivi presenti in tutto ciò che
ci circonda, ma di evidenziare solo
i lati negativi; questo
atteggiamento sfocia nel pessimismo.
In questo modo, non ci fidiamo più
di Dio e dei fratelli; ci isoliamo,
rinunciamo al confronto e contiamo
solo su noi stessi, con tutti i
rischi che ne derivano. |
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DECIMA STAZIONE
GESU' E' SPOGLIATO
DELLE SUE VESTI
Quando siamo spogliati da tutte le nostre
certezze, dalle nostre sicurezze e comodità
sentiamo tremare la terra sotto i piedi. In
queste situazioni possiamo imparare a dare
il giusto valore alla realtà che ci circonda.
Avvertiamo che tutto ciò che è terreno è
limitato e passa nel tempo, per questo
abbiamo bisogno di fondare la nostra vita su
qualcosa che sia duraturo, che appaghi le
nostre attese e vinca le nostre inquietudini.
È il momento in cui abbiamo ancorare la
nostra fede su Gesù e sulle sue parole di
vita eterna. È importante, allora, far
risuonare in noi alcune sue parole: « Io
sono la risurrezione e la vita; chi crede in
me, anche se muore, vivrà» ; «Io sono con
voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo»
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UNDICESIMA STAZIONE
GESU' E' INCHIODATO
SULLA CROCE
Nella nostra esperienza di vita, quanti
chiodi, piccoli o grandi, trapassano la
nostra carne. La sofferenza, le delusioni,
il dolore ci inchiodano quotidianamente alla
croce. A tutto questo non ci possiamo
sottrarre ma, per dare valore a queste prove
e vederle in una luce nuova, dobbiamo
pensare a Gesù che si lascia inchiodare per
la nostra redenzione. Le sofferenze e le
prove, vissute in modo positivo, aprono il
cuore, allar¬gano i nostri orizzonti,
rendendoci più disponibili a capire le
sofferenze altrui. Le ferite, in questo modo,
si rimarginano e diventano esperienza di
vita che ci aiuta a crescere per non
ripetere più quegli stessi sbagli e, al
tempo stesso, ci sollecita ad aiutare gli
altri a non farli. |
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DODICESIMA STAZIONE
GESU' MUORE IN CROCE
Gesù viene condannato a morire sulla croce
perché si è dichiarato re di un regno
particolae: il Regno di Dio, che è un regno
in cui deve trionfare l'amore. Gesù
sacrifica la sua vita sulla croce per
sconfiggere l'ingiustizia, il peccato degli
uomini e la morte. Il suo corpo martoriato e
le sue mani inchiodate sono il segno del suo
amore infinito per noi. La regalità di Gesù
si manifesta nell'amore che salva, che
redime. Le ultime parole di Gesù sono parole
di amore, di perdono e di salvezza: Gesù
garantisce al buon ladrone che lo porterà
con sé in Paradiso, e chiede al Padre di
perdonare i suoi carnefici. Oggi, Gesù è il
re di coloro che sono oppressi, che sono
poveri, che non hanno forza e voce per
opporsi ai soprusi.
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TREDICESIMA STAZIONE
GESU' E' DEPOSTO DALLA
CROCE E CONSEGNATO
A SUA MADRE
Il corpo senza vita di Gesù ci ricorda che
la sua missione è stata compiuta: si è
sacrificato per la salvezza dell'umanità.
Gesù viene deposto dalla croce e viene
accolto da sua madre. Colui che è
Onnipotente, per amore, si è reso
completamente impotente. Gesù ci ha dato
l'esempio della donazione totale di sé, egli
è la vittima innocente immolata per tutti
noi. Nel suo corpo senza vita contempliamo
l'amore vero che dona totalmente sé stesso
per il bene degli altri. E la realizzazione
del progetto di Dio Padre. Gesù ci ricorda
che tutti abbiamo un progetto da realizzare,
per essere utili agli altri, dal compito più
umile a quello più alto, senza
discriminazioni. |
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QUATTORDICESIMA STAZIONE GESU' E' DEPOSTO
NEL SEPOLCRO
Cera un
uomo di nome Giuseppe, membro del Sinedrio,
persona buona e giusta. Non aveva aderito
alla decisione e all'operato degli altri.
Egli era di Arimatea, una città dei Giudei,
e aspettava il regno di Dio. Si presentò a
Pilato e chiese il corpo di Gesù. Lo calò
dalla croce, lo avvolse in un lenzuolo e lo
depose in una tomba scavata nella roccia,
nella quale nessuno era stato ancora deposto.
In verità vi dico: se il chicco di grano
caduto in terra non muore, rimane solo; se
invece muore, produ¬ce molto frutto. Non sia
turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio
e abbiate fede anche in me. Io vado a
preparare un posto per voi. La vostra
tristezza si cambierà in gioia. Da questo
abbiamo conosciuto l'amore: il Figlio di Dio
ha dato la sua vita per noi. |
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QUINDICESIMA STAZIONE GESU' RISORGE DA MORTE
Noi
cristiani siamo figli della luce; per questo,
è fondamentale essere luce per il prossimo,
cioè illuminare con la nostra vita il
cammino chepercorriamo, affinché altri
possano vedere questa luce. Essere luce vuol
dire essere testimoni di Gesù risorto, cioè
essere ottimisti, pieni di speranza, per
scoprire che la vita non termina con la
nostra morte terrena, che è soltanto
l'inizio della vera vita: l'eterna comunione
con Dio. Se crediamo questo, i nostri
atteggiamenti cambiano: non siamo più
schiavi delle tenebre, cioè attaccati alle
cose terrene che ci schiacciano e ci rendono
egoisti, ma saremo figli della luce, e ci
sentiremo figli di Dio e fratelli di tutti.
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"La <<Via della Croce>>, interpella il
nostro modo di vivere. Ci spinge a dare il
giusto valore alle varie situazioni della
nostra esistenza, a vedere la realtà nella
giusta prospettiva: la sofferenza, con cui
spesso ci scontriamo, può sfociare nella
gioia dellla resurrezione". |
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Per informazioni o per l'utilizzo di immagini e filmati
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